L’Amarone di Masi pronto a volare in Borsa. Tori&Orsi

Alessandro Pedrini per Affari Italiani Milano

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PILLOLA DI BORSA

“Masi Agricola” è sbarcata in Borsa all’AIM il 30 giugno 2015 collocando circa il 20% del capitale ad un prezzo di 4,6 euro per azione e raccogliendo sul mercato 29,6 milioni di euro dei quali il 45% da investitori esteri. Nei primi tre mesi e mezzo di quotazione, il titolo, dopo un tonfo nella prima settimana di luglio, non si è sostanzialmente discostato dal valore iniziale, rimanendo sempre intorno ai 4,6 euro per azione. La capitalizzazione è pari a circa 147 milioni di euro. Scambi nella media dell’indice. Fatturato 2014 pari a 60 milioni di euro ed EBITDA margin al 30%.

PER SAPERNE DI PIU’

“Masi Agricola” – si legge nel bilancio- è un’azienda vitivinicola radicata in Valpolicella Classica che produce e distribuisce vini di pregio. Grazie all’utilizzo di uve e metodi autoctoni (il c.d. AppaXXimento) e ad una continua attività di ricerca e sperimentazione, “Masi” è oggi uno dei produttori italiani di vini pregiati più conosciuti al mondo. I suoi vini e in particolare i suoi Amaroni sono pluripremiati dalla critica internazionale. Uno su tutti il blasonato “Costasera”. Il modello imprenditoriale aziendale coniuga l’alta qualità e l’efficienza con l’attualizzazione di valori e tradizioni del proprio territorio. Il Gruppo può contare su una forte e crescente vocazione internazionale: è presente in quasi 100 Paesi, con una quota di esportazione che supera il 90% del fatturato complessivo di cui il 50,5% in UE e il 38% nelle Americhe. Nel 2014 ha venduto nel mondo oltre 12 milioni di bottiglie. Ad oggi commercializza 32 etichette di vini suddivise in tre categorie in base al prezzo di vendita.

Top Wines: 11 etichette con prezzo superiore a 25 euro.

Premium Wines: 16 etichette con prezzi tra i 10 e i 25 euro.

Classic Wines: 5 etichette con prezzi inferiori a 10 euro.

La capogruppo è la MASI AGRICOLA SPA che controlla altre sei società: Terre e Vigne srl, Possessioni di Serego Alighieri Spa, Masi Tupungato Vigneti La Arboleda SA, Società Agricola Strà del Milione srl, Cantina Conti Bossi Ferdigotti srl e Canova srl.

FAMIGLIA BOSCAINI AL 73%, PHARMA BRACCO AL 6%

L’azionista di riferimento della società è la famiglia Boscaini con il 73,5% del capitale suddiviso in parti uguali tra Sandro, Bruno e Mario Boscaini mentre il colosso farmaceutico “Bracco” cha fa capo a Diana Bracco è al 6%. Il resto delle azioni, circa il 20,5% è flottante sul mercato. Nessun altro azionista detiene partecipazioni rilevanti ovvero sopra il 5%.

MANAGEMENT: SANDRO BOSCAINI PRESIDENTE E CEO

Da sette generazioni l’azienda appartiene alla famiglia Boscaini. Dal 1978 Sandro Boscaini ne è il Presidente e Amministratore Delegato. E’ stato uno dei creatori di “Vinitaly” e attualmente è presidente nazionale di Federvini Confindustria. Gli altri consiglieri delegati sono Bruno e Mario Boscaini e Federico Girotto (già CFO di Morellato e Consigliere esecutivo Stefanel). Gli altri consiglieri sono Cristina Rebonato, Giacomo e Raffaele Boscaini (brand ambassador). Giovanni Angelo Fontana e Enrico Maria Bignami sono gli indipendenti.

BUONO IL BILANCIO 2014, OTTIMA LA SEMESTRALE 2015

Il Gruppo ha chiuso il 2014 sfiorando i 60 milioni di fatturato, un EBITDA positivo per 18 milioni (EBITDA margin al 30%) e un utile netto di 7,6 milioni di euro. La PFN è stata negativa per circa 18,6 milioni di euro.

Il primo semestre del 2015, vede un deciso aumento dei ricavi e della redditività con la Posizione Finanziaria Netta che torna in positivo per effetto dell’aumento di capitale realizzato nell’ambito della quotazione all’AIM Italia. I ricavi netti del primo semestre passano dai 26,2 milioni del 2014 a 27,5 milioni con un progresso del 4,7% grazie soprattutto alla crescita del mercato delle Americhe. La crescita più rilevante nel primo semestre è stata realizzata nel segmento Top Wines (+11,1%) seguito dal Premium Wines (+6,4%). In leggero calo i Classic Wines (-1%) L’EBITDA semestrale avanza in maniera significativa portandosi a 7,5 milioni di euro (4,5 milioni nel primo semestre 2014) con un margine sul fatturato che passa dal 17% al 27%. Triplica l’Utile Netto di periodo che tocca la cifra di 3,1 milioni di euro. PFN positiva per 2,8 milioni di euro.

OTTIME OPPORTUNITA’ DAI MERCATI ESTERI

Nel settore vico-vinicolo l’Italia vanta numeri da record. Secondo l’ultimo report dell’Organismo Internazionale della vinicultura e del vino, il nostro Paese è al primo posto tra i produttori mondiali con circa 52,4 mn di ettolitri all’anno. E’ anche il primo esportatore mondiale con oltre 20 mn di ettolitri. Nonostante questi numeri da record, l’intero soffre e il consumo totale e pro-capite di vino è in declino. Le ragioni si possono ricercare sia nella crisi economica, sia nella maggiore concorrenza di altri tipi di alcolici/bevande consumati negli aperitivi al posto del vino. Il tasso di decrescita annua media del consumo di vino è pari all’1,5%. Nonostante questo, l’export italiano è aumentato e le aspettative sono ottimistiche. “Masi” nonostante la congiuntura economica negativa ha retto bene e ha anticipato i tempi concentrandosi sui mercati esteri. Il 90% del fatturato di “Masi” infatti è dato dalle esportazioni e questo porterà ulteriori benefici ai conti dell’azienda.

TITOLO SOTTOVALUTATO. PRONTO A PASSARE ALL’MTA

Dopo pochi mesi dallo sbarco in Borsa nel segmento AIM, il titolo appare sottovalutato. I fondamentali dell’azienda sono ottimi, l’EBITA margin è tra i più alti dell’intero indice e il modello di business è solido e vincente. “Masi” è un titolo che merita il passaggio al mercato MTA, più liquido e con maggiori opportunità di crescita.