marzo 19

Corea del Nord, nuova sfida a Usa e Cina: test sotterraneo sui missili

da Repubblica.it


Kim Jong-un: “Passo avanti verso i lanci satellitari”. È la risposta alla minaccia americana di un blitz militare per fermare la corsa all’atomica. E arriva proprio mentre Xi stava per incontrare Tillerson
dal nostro corrispondente ANGELO AQUARO
PECHINO – “Il mondo si accorgerà presto della straordinaria importanza della vittoria che abbiamo conquistato oggi”. Quella conquista e quella vittoria sono il nuovo razzo che la Corea del Nord ha testato come risposta alla minaccia americana di un blitz militare per fermare la corsa all’atomica di Pyongyang. È più che una provocazione: è una sfida congiunta a Usa e Cina. Perché le immagini diffuse del leader Kim Jong-un a sovrintendere le operazioni sono la proclamazione al mondo della volontà indefessa di proseguire nel programma di armamenti. E proprio mentre a Pechino l’inviato di Donald Trump, Rex Tillerson, stava per incontrare il presidente cinese Xi Jinping: un missile, insomma, la cui forza è stata sperimentata per ora in un test sotterraneo, fatto scoppiare tra le mani dei leader più potenti del mondo.
La prova di forza del regime è naturalmente prima di tutto una grande messa in scena propagandistica: ma non è anche così che si combattono le guerre? Kim l’Atomico parla di “nuovo inizio” per l’industria missilista coreana. Il nuovo razzo, ha detto, permetterà alla Corea del Nord di acquisire nuove capacità nei lanci satellitari. È un ulteriore passo in quella marcia verso il missile intercontinentale che lo stesso leader ha annunciato nel suo bellicoso discorso di capodanno. Da allora, gli osservatori internazionali hanno cercato di carpire ogni minimo indizio per figurarsi il tipo di avanzamento conseguito dal regime del terrore. Gli ultimi lanci effettuati, quelli in febbraio mentre il premier giapponese Shinzo Abe si trovava in visita dal presidente Usa Donald Trump, e quelli poi del 6 marzo scorso, hanno offerto nuove indicazioni: al punto che nell’incontro con il mistero degli esteri cinesi Wang Yi, il segretario di stato americano ha parlato di “livelli pericolosi”. Ma come fermare il dittatore?
L’intesa tra americani e cinesi è fondamentale. Al termine del suo primo viaggio qui nel Sud Est Asiatico Tillerson incontra finalmente il grande capo Xi. Il presidente si dice “soddisfatto” nel vedere “i buoni progressi” fatti dal segretario di Stato nei suoi incontri in Cina e rilancia: sia lui che Trump, dice, si aspettano ora “un nuovo livello nel miglioramento costruttivo delle relazioni bilaterali”. L’americano ricambia e ribadisce l’invito di Trump a un incontro “in cui poter migliorare la comprensione reciproca” perché è “attraverso ulteriore dialogo” che “si rafforzeranno i rapporti” che decideranno “la cooperazione futura”. È la visita di Xi ancora non ufficialmente annunciata ma prevista in Florida per il 6 e il 7 aprile. Ma su cui all’ultimo si è allungata l’ombra del nuovo affondo di The Donald. Pechino ha accolto con irritazione il tweet dell’altra sera del presidente, che accusava i cinesi di “non fare abbastanza” per fermare Pyongyang: la solita escandescenza, chissà quanto calcolata, a uso dei fan casalinghi, e che ha colto di sorpresa perfino Tillerson, che ha candidamente confessato di non essere stato messo al corrente nemmeno lui del nuovo affondo del presidente. Il padrone di casa, per la verità, adesso graziosamente incassa: “Lei ha detto che le relazioni tra Usa e Cina possono essere solo amichevoli, e questo lo apprezzo” dice Xi all’inviato d Trump glissando sulle polemiche. “E ci aspettiamo entrambi una nuova era di sviluppi costruttivi”. Il meeting con Xi a Pechino scorre insomma all’insegna della cordialità reciproca: ma certo non è questa l’occasione per aspettarsi una risposta alla nuova provocazione di Kim o chissà quali indicazioni concrete sulla strategia da seguire verso Kim. E che comunque, questo è certo, continua a dividere non poco Pechino e Washington.
L’opzione militare suggerita dallo stesso Tillerson, che ha parlato di “vent’anni di fallimenti” e “pazienza strategica finita”, è stata lasciata diplomaticamente cadere dai cinesi durante l’incontro tra i due ministri che pure hanno sottolineato una “visione comune”. Pechino ha invitato Tillerson a “mantenere la freddezza” nell’affrontare la situazione. Lo stesso premier Li Keqiang aveva avvertito qualche giorno prima: “Nessuno vuole vedere il caos alle porte di casa”.
Ma è sempre più difficile restare freddi di fronte alle nuove provocazioni. Anche perché il test sotterraneo del nuovo missile nordcoreano è l’ultima prova che Pyongyang non si fa scrupoli di mettere in imbarazzo perfino il Dragone: mai in passato ci si sarebbe permessi di giocare con la bomba mentre il presidente della Cina si preparava a ricevere il più alto funzionario Usa in carica da quando a Washington è cambiata la guardia. “Il mondo si accorgerà presto” di noi tuona adesso il regime. La verità è che il mondo si è accorto da quel dì di quello che stanno preparando lassù in Corea. Non resta da vedere come, gli Usa e la Cina in testa, a questo punto reagirà.