settembre 17

Fed e tassi, Borse puntano sul rinvio

Ansa

Meglio lasciare i tassi a zero ancora un po’, in una fase delicata per l’economia mondiale, o agire subito con il primo rialzo del costo del denaro dal 2006, per mettere a freno una bolla alimentata da quasi un decennio di liquidità regalata alle istituzioni finanziarie? E’ il dilemma che la Federal Reserve è chiamata a sciogliere oggi. Le borse intanto scommettono sul fatto che la Fed non aumenterà i tassi d’interesse.
Milano tenta rialzo con Autogrill, giù Cnh e Tenaris – Ritenta il rialzo Piazza Affari dopo diverse inversioni di rotta. L’indice Ftse Mib si porta di poco sopra la parità, mostrando comunque un certo nervosismo. Spicca tra le blue chips Autogrill (+2,98%), dopo la raccomandazione d’acquisto di Kepler-Chevreux. Bene anche Mediaset (+1,13%) ed Fca (+0,84%), in linea con i rivali europei, mentre viene colpita da prese di beneficio Cnh (-1,63%), al pari di Telecom (-0,9%) e Inwit (-1,23%), dopo la corsa su una possibile offerta di Cellnex.
Asia sprint, effetto Fed e metalli – Seduta sprint per le Borse di Asia e Pacifico, alcune delle quali sono già chiuse, come Tokyo (+1,43%), Taiwan (+1,35%) e Sidney (+0,94%), mentre altre sono in procinto di farlo: Hong Kong (+0,56%), Shanghai (+1,07%) e Mumbai (+1%). Fiacca Seul (+0,05%). Il combinato tra attesa di una conferma degli attuali tassi da parte della Fed e rialzo delle quotazioni dei metalli ha favorito i vari listini.
Tokyo chiude a +1,43%, attende decisioni Fed – La Borsa di Tokyo chiude a +1,43%, a ridosso dei massimi intraday, sulle previsioni che la Federal Reserve non debba annunciare oggi il rialzo dei tassi. L’indice Nikkei sale di 260,67 punti, a 18.432,27, con l’indebolimento dello yen, mentre non ha effetti il taglio del rating sul Giappone da parte di S&P’s (da AA- ad A+,outlook stabile). Se due mesi fa appariva una prospettiva certa, le turbolenze finanziarie e i timori sull’economia cinese spingono a ipotizzare che la Fed possa rinviare tutto a dicembre.
La Fed è riunita in queste ore. L’appuntamento è per oggi, quando dopo mesi di dubbi, la banca centrale americana scioglierà le riserve su un aumento dei tassi di interesse. Gli analisti sono divisi: gli ultimi sondaggi indicano che il 49% ritiene un aumento probabile, il 43% no. L’amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ritiene che i dati macro economici non sostengano un aumento dei tassi. “Non lo farei”, afferma Blankfein. Goldman Sachs prevede un aumento dei tassi a dicembre, la prossima riunione dopo la quale si terrà una conferenza stampa. I prezzi al consumo sono scesi in agosto dello 0,1%, nel primo calo da gennaio. L’incide core, al netto di alimentari ed energia, e’ salito dello 0,1%. L’inflazione resta quindi decisamente al di sotto del target del 2% della Fed. ma il mercato del lavoro cresce, con 1,7 milioni di posti di lavoro creati dall’inizio dell’anno. ”Un forte rallentamento della crescita cinese e’ il rischio maggiore all’outlook americano, ritardare l’avvio della stretta sembra prudente” afferma Michael Gapen, analista di Barclays, che prevede che la Fed non aumentera’ i tassi fino al marzo 2016 La partita e’ aperta anche all’interno della Fed. Secondo alcuni osservatori, il rimbalzo delle borse potrebbe essere legato al fatto che gli investitori guardano già avanti, al dopo riunione. Tre governatori della Fed con diritto di voto sono coloro che potrebbero spostare l’ago della bilancia: Jerome Powell, Daniel Tarullo e Lael Brainard. Da loro potrebbe dipendere il consenso al quale il presidente della Fed, Janet Yellen, sta lavorando per non frenare la crescita.