settembre 14

Australia, i liberali scaricano Abbott: Turnbull è il nuovo primo ministro

Turnbull, ex giornalista, avvocato e imprenditore di successo, è il 29esimo primo ministro della storia del Paese e, pur essendo un liberale, sostiene alcune posizioni che lo rendono vicino anche alla sinistra australiana. Il nuovo premier si è infatti più volte espresso per l’abbandono della monarchia a favore della repubblica, a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, dell’impegno contro il cambiamento climatico, della necessità di spiegare meglio l’attuale situazione del Paese, specialmente in un momento in cui, finito il boom minerario, l’Australia deve far fronte al forte calo del prezzo delle materie prime, alla svalutazione del dollaro e alla crisi cinese. «Abbiamo bisogno di un diverso stile di leadership», ha commentato lunedì pomeriggio Turnbull, annunciando la sua decisione di sfidare il primo ministro in carica. «Dobbiamo spiegare le nostre posizioni, non parlare per slogan, e dobbiamo rispettare l’intelligenza degli australiani».
A dargli ragione sono stati 54 parlamentari del Liberal party, il suo partito, contro i 44 che hanno sostenuto il leader uscente. A nulla è servito il tentativo di Abbott di richiamare i suoi colleghi di partito all’ordine, ricordando come la vittoria dei liberali, nel settembre 2013, fosse seguita alle continue lotte per il potere tra i precedenti due leader laburisti, Kevin Rudd e Julia Gillard, colpevoli agli occhi dell’opinione pubblica di aver passato gli anni al potere ad «accoltellarsi» alle spalle.