settembre 05

Scuola, fa più paura il bullismo che la sicurezza degli edifici

Adnkronos


Dell’inizio dell’anno scolastico fa più paura il bullismo che la sicurezza degli edifici. E’ l’insolito risultato dell’indagine condotta da Coldiretti/Ixè sulle ansie alla vigilia dell’apertura delle scuola secondo cui il 48% di genitori e dei nonni sono in allarme e ritengono che non si combattano abbastanza gli atti di prepotenza tra gli studenti. E’ comunque pur sempre il 45% degli intervistati a temere per la stabilità delle aule dove dovranno trascorrere intere giornate figli o nipoti.
I primi a tornare sui banchi, comunque, lunedì 7 settembre saranno gli studenti dell’Alto Adige poi, quelli della regione Molise che inizieranno il 9 mentre gli studenti del Trentino entreranno in classe il 10 settembre. Quelli della Campania, del Friuli, i lucani, i calabresi, i liguri, i lombardi, gli allievi della regione Piemonte, delle Marche e quelli delle isole della Sicilia e della Sardegna varcheranno il portone dei propri plessi il 14 settembre mentre il 15 settembre sarà la volta degli allievi del Lazio, dell’Emilia e della Toscana. Ultimi, il 16 settembre, gli studenti pugliesi e quelli del Veneto.
E ad accogliere i quasi 8 milioni di studenti i docenti che appaiono tutto sommato ‘graditi’ alla scolaresca: un giudizio negativo ha investito solo il 13% dei professori mentre ben il 46% si aggiudica un voto tra il ‘buono e l’eccellente”. Anche sulla qualita’ dell’educazione offerta dalla scuola il parere è positivo per il 43% anche se il 15% la giudica scarsa o nulla.
Se il bullismo si manifesta come una vera piaga a preoccupare le famiglie in una situazione di difficoltà economica generale sono anche le spese che occorre affrontare con l’inizio dell’anno scolastico. Dal punto di vista economico – continua la Coldiretti – a pesare maggiormente sono i costi dei libri di testo che il 76% considera eccessivi mentre per il 65% ad essere troppo cari sono cancelleria, zaini e gli altri accessori e per il 25 per cento è troppo elevato il conto dei pranzi in mensa scolastica.
Una criticità emerge anche sul piano dell’impegno sulla qualità dell’alimentazione che il 35% dei genitori e dei nonni giudica insufficiente.