Grecia. Lunedi’ 20 luglio riaprono le banche

La Grecia fa discutere i tedeschi. Il vicecancelliere e ministro dell’economia Sigmar Gabriel critica il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble per aver proposto al governo di Atene l’uscita dall’euro. In un’intervista alla tv Zdf l’esponente dell’Spd rileva come la situazione sarebbe dovuta essere gestita diversamente. E il segretario generale della Cdu Peter Tauber allo Tagesspiegel sottolinea che l’Europa non ha firmato un “assegno in bianco” e la Grecia deve soddisfare le aspettative.

Le banche, il sistema finanziario e in definitiva l’economia greca, iniziano da lunedì il rientro alla normalità che sarà comunque graduale. Dopo consultazioni con la Bce e la banca centrale il governo di Atene, uscito dal rimpasto del premier Tsipras, ha disposto per decreto la fine del lunghissimo periodo di chiusura degli istituti di credito, durato 3 settimane. Come anticipato dal presidente Bce Mario Draghi, il quale a sorpresa aveva innalzato giovedì la liquidità Ela per gli istituti del paese fornendo prezioso ossigeno, il rientro alla normalità è progressivo attraverso l’introduzione di una maggiore flessibilità. Nel testo varato dal governo quindi mentre prima era fissato un tetto giornaliero di 60 euro, ora è previsto un massimo settimanale cumulativo di 420 euro. 

I possessori di carte emesse da banche greche potranno effettuare pagamenti ma solo all’interno del territorio nazionale. Rimangono in vigore agli altri limiti per i trasferimenti di denaro all’estero o il divieto di apertura di nuovi conti. Lo scopo è evidente. Sebbene il controllo dei capitali abbia già fatto molti danni all’economia ellenica (da alcuni media locali quantificati in circa 3 miliardi di euro), si teme l’effetto opposto: ovvero una corsa dei risparmiatori agli sportelli che dissanguerebbe ancor più gli istituti di credito del paese dai quali, va ricordato, sono defluiti decine di miliardi, molti verso l’estero, nei mesi scorsi con un picco prima del 29 giugno. Per le banche, che andranno ricapitalizzate con 25 miliardi di euro provenienti dal pacchetto di salvataggio Ue, la sfida è quella di fare i conti nei prossimi mesi con un’economia paralizzata o semi-paralizzata dal blocco del sistema dei pagamenti che rende difficile o impossibile il funzionamento di ogni economia moderna. Un aiuto in prospettiva potrà arrivare se la Bce, al di là della liquidità Ela (diversi vedono nuovi ritocchi al rialzo in arrivo) potrà anche includere la Grecia nel Qe. Un passo che arriverà solo però se Atene andrà avanti nell’attuazione delle misure. Per ora la scadenza a breve è ripagare all’Eurotower lunedì i 3,5 miliardi grazie al prestito ponte accordato dall’Ue. E sullo sfondo resta il problema del debito. La posizione netta dell’Fmi per un taglio non fa breccia a Berlino. Però si fa strada quella di un alleggerimento sotto forma di scadenze allungate e tassi (ulteriormente) tagliati. Posizione sostenuta pubblicamente da Mario Draghi e che la stessa Commissione Ue ha riconosciuto che farà parte dell’agenda dei negoziati.
 Il voto positivo del Bundestag sul terzo salvataggio, assieme a quello degli altri cinque Parlamenti dell’Eurozona chiamati ad esprimersi, riaccende la speranza dei greci di tornare lentamente alla normalità. Lunedì le banche riapriranno e si archivierà anche il rischio più grande, cioè il default, perché per allora sarà arrivato il prestito ponte da 7,16 miliardi di euro con cui il Governo pagherà gli arretrati al Fmi e la rata della Bce in scadenza il 20 luglio. Intanto oggi può partire ufficialmente anche il negoziato con la Troika (Commissione Ue, Bce ed Fmi) sul nuovo ‘Memorandum of understanding’, il documento che conterrà riforme e misure a cui il Governo ellenico si vincola per ottenere il nuovo salvataggio da 82-86 miliardi da cui dipende la salvezza del Paese per i prossimi tre anni. Anche per questo Tsipras ha bisogno di cambiare la sua squadra: per negoziare serviranno ministri affidabili, che non ostacoleranno la Troika come ha fatto Varoufakis, impendendo loro l’accesso ad atti ed edifici. Le trattative, che si svolgeranno con procedura accelerata, dureranno da due a quattro settimane e dettaglieranno “le riforme macroeconomiche concordate o la condizionalità politica legata all’assistenza finanziaria del fondo salva-Stati Esm”, scrive il fondo in una nota. Ovvero: d’ora in avanti il Governo Tsipras non potrà prendere alcuna decisione autonoma, dovrà attuare con puntualità il calendario delle riforme del Memorandum e, qualora volesse prendere qualche iniziativa, dovrebbe concordarla comunque con la Troika. Il nodo più critico del negoziato resta la questione del debito, che il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis conferma essere già sul tavolo. Il Fmi – che farà parte della trattativa fin da subito anche se poi entrerà nel salvataggio solo una volta scaduto il suo accordo con Atene ad aprile 2016 – insiste per un “alleggerimento del fardello”, come ha ribadito il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde. Ma Berlino è ancora molto cauta, continua ad escludere un ‘haircut’, cioè un taglio del suo valore, e non propone alternative, lasciando intendere la volontà di rinviare il discorso ad un momento successivo, come del resto prevedevano le conclusioni dell’Eurosummit.

Fonte: Ansa