ottobre 20

So long, #Airbnb: la startup è (quasi) fuorilegge a New York

DavideCasati per Corriere.it

La decisione finale non è ancora stata presa: ma Andrew Cuomo, il governatore dello Stato di New York, dovrà scegliere se firmare o meno entro la prossima settimana. Qualunque sarà il suo verdetto, farà la storia. Ma se davvero — come titola il Financial Times, nel pezzo che apre la sua edizione online — la decisione fosse quella di mettere al bando Airbnb dalla Grande Mela, le conseguenze saranno clamorose. La legge potrebbe imporre multe fino a 7.500 dollari a chiunque provi ad affittare una casa in città tramite il sito della startup californiana. Che le sta provando tutte per evitare un colpo che sarebbe, se non esiziale, di certo pesantissimo: ha promesso di cambiare il sistema di registrazione (impedendo a chiunque di affittare più di una casa), e di pagare più tasse (90 milioni di dollari, l’offerta per il solo 2016). Potrebbe non bastare, di fronte alle proteste degli albergatori e degli amministratori della città, alle prese con 46 mila alloggi affittati per brevi periodi che — spiegano — «fanno lievitare esponenzialmente i prezzi delle case». Airbnb — una delle società di maggior successo della Silicon Valley, con una valutazione al di sopra dei 30 miliardi di dollari — si troverebbe in una situazione rischiosa: senza intese con città (e mercati) come New York, e di fronte a resistenze sempre più ampie ovunque nel mondo (inclusa San Francisco, dove l’azienda è nata) l’ingresso in Borsa si allontanerebbe, e a tempo indeterminato. «Cuomo non si pieghi alle lobby dei proprietari di hotel, ponga il veto sulla legge», ha chiesto Chris Lehane, capo della policy di Airbnb. Il responso, tra pochissimi giorni.