
Usa 2016, Cleveland incorona Trump: non vi deluderò
Ansa
Adesso non ci sono piu’ dubbi o spazio per sorprese dell’ultima ora. Donald Trump ha conquistato formalmente la nomination repubblicana per la Casa Bianca. Sara’ lui a correre per la presidenza degli Stati Uniti il prossimo 8 novembre. A sancire il trionfo del tycoon newyorchese la conta dei delegati nell’arena della convention di Cleveland. E a regalargli la fatidica soglia dei 1.237 delegati e’ stata proprio la delegazione della sua New York, alla quale nel floor dell’arena si sono uniti i figli del tycoon Donald Jr., Eric, Tiffany e Ivanka. “Congratulation Dad. We love You”, ha gioito Donald Jr., e subito sono scattate le note di ‘New York New York’.
Ora manca solo l’ufficializzazione della nomination di Hillary Clinton, attesa nella convention democratica di Filadelfia la prossima settimana. E tutto sara’ pronto per la sfida finale, nella quale i due contendenti si confronteranno nei faccia a faccia televisivi previsti a partire dal mese di ottobre. Quella di Trump e’ stata una corsa che all’inizio di questa campagna elettorale quasi nessuno aveva immaginato. Lui che si presentava – e non era la prima volta – come un outsider, che in molti pensavano dovesse uscire presto dalla gara. Invece Trump e’ diventato il vero protagonista di questa stagione politica americana, con i suoi modi decisi e anche i suoi eccessi verbali contro l’Islam, contro gli immigrati sudamericani, contro i rifugiati siriani. Senza contare le controverse prese di posizione sessiste e maschiliste che hanno fatto infuriare molte donne. Le sue posizioni anti-establishment negli ultimi mesi hanno messo in seria difficolta’ il partito repubblicano, aprendo di fatto una profonda crisi nella formazione storica della destra politica americana.
Cosi’ Il trionfo del businessman newyorchese non e’ indolore per il Grand Old Party, arrivato diviso alla convention di Cleveland. Con la vecchia guardia – dai McCain ai Bush, passando per Mitt Romney – messa di fatti fuori gioco da un elettorato che nel corso delle primarie ha scelto a maggioranza la strada dell’antipolitica promossa da Trump. Quel messaggio rivolto alla pancia del Paese in un momento in cui la paura per il terrorismo e le crescenti tensioni che attraversano l’America – anche razziali – spostano parte dell’elettorato su posizioni piu’ conservatrici. A nulla sono valse le ultime resistenze, in verita’ deboli, degli anti-Trump arrivati a Cleveland. Il tycoon e’ riuscito a blindare un partito i cui vertici – dal presidente Reince Preibus allo speaker della Camera Paul Ryan – alla fine hanno deciso di ‘turarsi il naso’ e di assecondare il controverso candidato, senza tentare quel colpo di mano in cui in molti ancora speravano.
“E’ un grande onere essere nominato per la candidature repubblicana alla presidenza degli Stati Uniti. Lavorero’ sodo e non vi deludero’ mai”. Lo scrive Donald Trump su Twitter, dopo che con la conta dei delegati alla convention del partito a Cleveland e’ stata formalizzata la sua nomination.
Melania senza veli, ‘duello’ su mogli tra Trump e Cruz
L’intervento di Melania Trump e’ adesso al centro di discussioni e polemiche dopo che e’ stato notato come il suo discorso in alcuni passaggi – due in particolare – sia quasi identico a quello pronunciato da Michelle Obama nel 2008 e proprio durante la convention democratica che incoronò Barack Obama candidato alla presidenza. I media Usa già parlano di possibile plagio. Poco dopo la conclusione della prima giornata di convention sono cominciate subito a circolare segnalazioni di similitudini tra il discorso appena pronunciato da Melania Trump e quello di Michelle Obama otto anni fa tra l’altro in una analoga circostanza. Queste si sono fatte poi sempre piu’ insistenti quando l’accostamento e’ stato fatto prima ‘testo contro testo’ e poi mettendo a confronto i video dei due interventi, fino ad arrivare ad individuare i due passaggi che risultano molto simili, in una parte anche parola per parola, nel punto in cui in entrambi i casi si pone l’accento sui valori familiari e gli insegnamenti da genitori a figli.
Melania Trump, il lato buono di Donald che ha posato nuda
La difesa – La campagna di Trump risponde alle accuse di plagio per il discorso dell’aspirante first lady Melania alla convention repubblicana:”la sua esperienza di immigrata e il suo amore per l’America sono emersi nel suo discorso”, ha detto il portavoce di Trump Jason Miller. “Nello scrivere il suo splendido discorso, il team di scrittori di Melania ha considerato quello che è stato fonte di ispirazione nella sua vita e in alcuni passaggi ha incluso frammenti che riflettono il suo pensiero” ha aggiunto. Il portavoce non ha citato il discorso di Michelle Obama alla convention democratica del 2008 con il quale sono state notate somiglianze.
Il discorso – “Se volete qualcuno che lotti per voi, ve lo posso assicurare, e’ lui”. L’attesa era tutta per lei, nella prima serata della convention repubblicana a Cleveland: Melania Trump alle prove da first lady. Ad annunciarla il candidato presidente in persona, giunto nell’arena sulle note di ‘We are the champions’ dei Queen, sui megaschermi la sua siluette in controluce: “Eccovi la prossima first lady degli Stati Uniti”.
E Melania Trump si mette in gioco dichiarando il suo amore per l’America: “La cittadinanza degli Stati Uniti e’ il piu’ grande privilegio della Terra”. Lei l’ha ottenuta dieci anni fa. Lo ha ricordato nel raccontare all’America la sua storia, di modella giunta dalla Slovenia a New York, una citta’ che e’ stata a volte dura anche con lei a volte. Poi pero’ il ‘sogno americano’ l’ha portata fin qui oggi, bella ed elegante vestita di bianco, a garantire che “se avro’ l’onore di diventare first lady , usero’ quel meraviglioso privilegio per tentare di aiutare chi ne ha piu’ bisogno”. Il resto poi e’ tutto su Donald Trump, l’uomo giusto secondo Melania, il marito che ama la famiglia e “il suo Paese” piu’ di tutto; che e’ un uomo buono, gentile, assennato. Con la responsabilita’ dell’intervento clou della prima serata, preceduta da una galleria di speaker dai toni piu’ variegati – dalla madre della vittima di Bengasi che ha attaccato Hillary Clinton, allo sceriffo afroamericano per cui “blue lives matter” (ovvero le vite dei poliziotti), dall’attore di Happy Days, all’ex modello italiano orgoglioso della sua cittadinanza americana raggiunta regolarmente, e in fine l’ex sindaco di New York, il piu’ vigoroso, che ha infiammato la platea – erano altissime le aspettative per Melania, che pare abbia dedicato settimane a prepararsi per questo momento. E si’, e’ stata una novita’ sentirla parlare cosi’ a lungo, con un piglio mai notato fino ad ora. Il testo del discorso scritto per lei ha offerto pero’ pochi picchi di entusiasmo o sorprese. Che poi parlare in pubblico non sia il suo mestiere e’ stato evidente: se diventera’ davvero first lady dovra’ esercitarsi a leggere il gobbo, a modulare la voce, a guardare la platea negli occhi.