giugno 24

Brexit: Panico sulle borse, Milano sprofonda. Tempesta sugli spread

Ansa

Panico sulle Borse dopo l’esito del referendum sulla Brexit : le piazze europee stanno segnando il peggior calo dall’ottobre del 2008 e dalle turbolenze del post Lehman. L’indice paneuropeo Euro Stoxx giù dell’8,7% e lo Stoxx 600 è giù del 7,2%. Londra perde il 4,5%, Parigi l’8,4%, Francoforte va già del 7,1%, Madrid scivola dell’11,4%.
Piazza Affari sta per segnare un crollo storico: con una perdita del 10,6% l’indice Ftse Mib sta subendo la maggiore perdita da quando è possibile ricostruirne a ritroso l’andamento, dal 1994. L’indice Ftse Mib è operativo dal primo giugno 2009 ed è possibile il calcolo ‘aggiustato’ anteriore sovrapponendolo al precedente indice Mibtel. Nelle fasi del post crac Lehman il Ftse Mib ricalcolato ha segnato un crollo dell’8,24% il 6 ottobre 2008. L’11 settembre 2001 aveva perso il 7,57%.. Intesa lascia il 18,9%, Unicredit va giù dell’18,7%. A livello settoriale crollano soprattutto i titoli finanziari (-10,5%). Tra i colossi Ue Santander perde il 20%, Lloyds cede il 20,1, Bnp il 16,3%, Barclays lascia il 19,7%. Scivolano più di tutte le banche greche, con Alpha già del 29,2% ed Eurobank del 30%.

Brusche oscillazioni degli spread dopo l’ufficializzazione della Brexit. Il differenziale tra Btp e Bund è schizzato fino a 191 punti base per poi ripiegare sotto quota 170 a 165 punti. Il divario tra i decennali di Spagna e Germania ha sfiorato i 200 punti base e ora si è ridotto a 173 punti.

E la Brexit innesca la corsa ai beni rifugio, con una pioggia di acquisti sui Bund che fa crollare il tasso del 10 anni tedesco al minimo storico di -0,17%. Il rendimento del decennale tedesco è poi risalito a -0,14%.

Borsa Tokyo, peggior tonfo da aprile 2000 – Il tonfo di oggi della Borsa di Tokyo è il peggiore da aprile 2000 e l’ottavo di sempre, più pesante delle perdite legate al default di Lemhan Brothers e al devastante sisma/tsunami del 2011: in una sola seduta, con il panico scatenato dalla Brexit, il Nikkei ha bruciato 1.286,33 punti (-7,92%), crollando a quota 14.952,02, ai minimi del 2016 e degli ultimi 20 mesi.

Banca Svizzera interviene a difesa franco – La Banca centrale della Svizzera (Snb) è intervenuta sul mercato valutario per stabilizzare il franco svizzero, finito sotto pressione dopo la Brexit. In un comunicato la Snb spiega che dopo l’esito del referendum in Gran Bretagna, “il franco svizzero è finito sotto pressioni rialziste” e “la Banca centrale svizzera è intervenuta sul mercato per stabilizzare la situazione e rimarrà attiva sul mercato”.
Borsa di Mosca apre in forte calo, rublo giù – Il MICEX, l’indice denominato in rubli sulla borsa di Mosca, e il RTS, il corrispettivo in dollari, sono in calo rispettivamente del 3,5% e del 2,9% in seguito ai risultati del referendum britannico. Anche il rublo si è deprezzato fortemente nei confronti del dollaro tornando sopra quota 66 punti.

La sorpresa è stata forte e i crolli sui mercati proporzionati: nelle ore dello spoglio del referendum in Gran Bretagna i listini sono crollati (sterlina -10%, la Borsa di Tokyo ha toccato punte di calo dell’8%, i futures sull’avvio della Borsa di Londra sono arrivati a cedere il 9%), mentre i beni rifugio (oro e derivati sui titoli di Stato Usa) stanno ovviamente correndo. Il mercato azionario di Tokyo – che ha applicato il ‘circuit breaker’ per inibire le funzioni di immissione e modifica degli ordini limitando i ribassi troppo elevati – è il listino borsistico aperto durante lo spoglio del voto che ha accusato maggiormente il colpo, arrivando a perdere con l’indice Nikkei fino all’8,17%, lasciando sul terreno oltre 1.300 punti. 

Hong Kong scende oltre il 4%, con Seul, Sidney e Mumbai che cedono più del 3%. Meno accentuati (attorno ai due punti percentuali) i cali di Singapore, Bangkok e Jakarta, mentre anche le Borse cinesi – che in un primo momento hanno provato a tenere – dopo la la pausa di metà seduta raddoppiano le perdite: Shanghai perde scende di oltre il 2% e Shenzhen più del 3%. 

Peggio va sui mercati valutari: la sterlina sta lasciando sul terreno oltre il 10% contro il dollaro, mentre la moneta virtuale Bitcoin sale del 5%. Intanto il petrolio è in calo e cede oltre il 6% a 47 dollari per il barile Wti mentre il Brent perde poco meno (il 5,95%) a 47,88 dollari. Corre ovviamente l’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza: le sue quotazioni – forti da giorni – salgono del 7,8% ai massimi dal 2008.