febbraio 20

Brexit, sul tavolo del governo inglese il nuovo status speciale per la Gb

da Corriere della Sera

Il consiglio dei ministri britannico «discuterà stamattina il nuovo status speciale del Regno Unito nell’Ue» dopo l’accordo raggiunto nella notte a Bruxelles, «dopo di che io annuncerò la data del previsto referendum» sul futuro della Gran Bretagna nel Club dei 28. Lo scrive su Twitter il primo ministro inglese, David Cameron. La Bbc osserva che si tratta della prima riunione del governo di Sua Maestà convocata di sabato dall’epoca della guerra nelle Falkland degli anni ‘80.

L’annuncio
L’accordo era stato annunciato via Twitter venerdì in tarda serata dalla presidente della Lituania, Dalia Grybauskaite «Accordo fatto tra la Gran Bretagna e l’Ue, il teatro è finito», aveva scritto su Twitter mentre ancora era in corso la cena dei leader europei riuniti per trovare un compromesso di fronte all’ipotesi di un disimpegno di Londra dall’Unione Europea. La conferma era arrivata poco dopo dal premier britannico David Cameron: «Ho negoziato un accordo per dare al Regno Unito uno status speciale dentro l’Ue». Un accordo «vincolante e irreversibile», lo ha definito il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, il vero protagonista di questi due giorni, l’uomo che ha negoziato ininterrottamente dalle 15 di giovedì alla mezzanotte di venerdì. Ma alla fine il risultato è arrivato: certo, ha ammesso, «nessuno è soddisfatto al 100%», «questa è la natura di ogni compromesso. Ma quello che abbiamo fatto oggi è stato aiutare il Regno Unito a restare nell’Ue».
Le reazioni
Il premier David Cameron può cantare vittoria: «Come tutti i britannici, avevo dubbi sulla Ue come organizzazione e ancora ce li ho – ha detto a caldo dopo la chiusura del vertice di Bruxelles -, ma non bisogna starne fuori solo perché è frustrante, la risposta è stare in una Ue riformata». Mentre il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha commentato: «Bene l’accordo» tra Ue e Gb «ma la partita per l’Europa inizia adesso: deve fare di più su tutti i punti di vista», a partire dai migranti. «Non è un pastrocchio- ha ribadito Renzi- Meglio avere un Regno Unito che fa chiarezza piuttosto che un Regno Unito ondivago». Soddisfatta anche la cancelliera tedesca Angela Merkel: «Abbiamo dato al premier Cameron un pacchetto con cui non potrà fare a meno di sostenere la permanenza del Regno Unito nell’Unione europea!». Troppe concessioni? «Non penso. È un’intesa giusta», ha ribadito Merkel. «Questo accordo non accresce le crepe ma costruisce ponti», ha ribadito Juncker. Ma Tusk ha ammesso: «Abbiamo rinunciato a parte dei nostri interessi per mostrare unità. Serve fede nella famiglia europea».
I contenuti dell’accordo
La Gran Bretagna ha ottenuto che «al momento della prossima revisione dei Trattati» verrà inserito un paragrafo in cui sarà esplicitamente scritto che Londra è esentata dal concetto di «ever closer Union» («Unione sempre più stretta», il principio su cui si fonda l’Europa sin dal Trattato di Roma del 1957). E infatti la Gran Bretagna «non farà mai parte di un esercito europeo», non parteciperà ai salvataggi finanziari, all’euro e ai confini aperti ma sarà influente «nelle decisioni che ci interessano e avremo la possibilità di prendere iniziative», ha specificato Cameron. «Saremo protetti in modo permanente, la supervisione delle nostre banche resta a noi, l’Eurozona non sarà un blocco che può agire contro di noi e non saremo discriminati», ha aggiunto. Inoltre il governo inglese potrà attivare per 7 anni il cosiddetto «freno d’emergenza» per l’accesso dei benefici al welfare. Nel testo dell’accordo con l’Ue, è precisato che la limitazione si applicherà «a tutti i lavoratori nuovi arrivati per un periodo di 7 anni». L’accesso ai benefici è graduale nell’arco di quattro anni. La richiesta di Cameron era di 7 anni, rinnovabili per due periodi di 3 anni ciascuno.
Il passaggio del referendum
L’accordo tra Ue e Gran Bretagna è legalmente vincolante e sarà depositato alle Nazioni Unite, ma entrerà in vigore solo quando il governo britannico comunicherà che il referendum avrà confermato la volontà di restare nella Ue. Adesso però Cameron potrà «raccomandare di votare per la permanenza» del Regno Unito nella Ue, come ha specificato lui stesso. «A chi dice che un voto per il “no” al referendum sarà un voto per ottenere un accordo migliore dico che “se credi nell’Ue dovresti votare per restarci”», ha precisato Cameron. Nel testo dell’accordo è scritto che l’intero pacchetto di accordi, in caso contrario, «cesserà di esistere». «Qualsiasi esercizio facciamo qui al Consiglio europeo per salvare la faccia o fare un lifting» al premier David Cameron, «la decisione appartiene al popolo britannico» se mantenere o meno la Gran Bretagna nell’Ue», sottolinea la premier lituana Dalia Grybauskaite. E che la strada del referendum, nonostante l’appoggio di Cameron, sia ancora in salita lo dimostra l’endorsement che il segretario alla Giustizia britannico, Michael Gove, ha dato alla campagna per uscire dall’Unione europea. Gove, alleato di Cameron e considerato uno dei pesi massimi della politica del governo, ha dichiarato: «Non amo Bruxlles, amo la Gran Bretagna». Dichiarazione ala quale Tusk ha ribattuto prontamente: «Amo la Gran Bretagna e amo Bruxelles». Al che il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha chiosato: «Amo Bruxelles più di altre parti dell’Europa».
«Un testo migliorato»
«Il testo che ora è all’esame dei leader è stato migliorato in molti aspetti. Penso che ci sono le condizioni per un buon accordo» ha detto Roberto Gualtieri, uno dei tre negoziatori del Parlamento Europeo, al termine del bilaterale con Tusk e Juncker. L’eurodeputato del Pd ha specificato che per il capitolo sulle uniformità delle regole finanziarie e quello sulla «sovranità» (ovvero sul concetto dell’integrazione politica) ci sono stati «notevoli passi avanti che fanno ben sperare». Per Gualtieri «è stato fatto un lavoro eccellente a cui il Parlamento europeo e il governo italiano ha dato un contributo importante: sono molto felice». Positivo anche il commento, via Twitter, dell’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini: «Al Consiglio Europeo. Buon accordo sulla Gran Bretagna in Ue. Ora Siria e Libia».