
Caccia britannici bombardano la Siria, Isis: colpiremo in Gran Bretagna
Ansa
L’Isis afferma che la Gran Bretagna sarà il prossimo target per gli attacchi. Lo riporta la Cnn. Secondo fonti delle intelligence americana ed europea citate dall’emittente statunitense, membri dell’Isis in Siria e in Iraq punterebbero ad attaccare la Gran Bretagna e sarebbero stati esortati a tornare nel Regno Unito per colpire. Non e’ ancora chiaro tuttavia quanto la minaccia possa essere imminente.
La Gran Bretagna, da ieri coinvolta direttamente nei raid aerei in Siria, è ora ufficialmente nel mirino dell’Organizzazione dello Stato islamico (Isis), che tramite i suoi account su internet ha inondato la rete di minacce di attacchi contro obiettivi britannici e sul suolo d’Oltremanica. “Non prendetevela con l’Islam quando vi colpiremo”, si legge sugli scarni comunicati fatti circolare sul web. “Londra dopo Parigi”, è uno degli slogan più ripetuti dai profili che esibiscono le insegne dell’Isis. Dal canto suo, il ministero della difesa di Londra ha nel pomeriggio diffuso il primo bollettino militare con l’esito dei raid aerei in Siria, cominciati nella notte tramite jet di stanza nella base della Raf a Cipro, a largo delle coste siriane. La Gran Bretagna partecipa già da un anno ai bombardamenti anti-Isis in Iraq.
Secondo il comunicato del ministero della difesa, oggi sono stati colpiti sei obiettivi nell’est siriano al confine con l’Iraq, nei pressi del principale campo petrolifero della zona – quello di Omar – che secondo Londra fornisce il 10% del potenziale profitto petrolifero dell’Isis. Il premier David Cameron aveva messo le mani avanti stamani affermano che l’operazione in Siria richiede “pazienza”. “Quel che chiediamo ai nostri piloti è complesso e difficile”, aveva aggiunto il premier, assicurando che gli alleati di Londra saranno al fianco della Gran Bretagna. Il presidente francese François Hollande ha infatti plaudito subito alle prime operazioni aeree britanniche affermando che, in attesa che il Bundestag confermi la decisione del governo di Berlino, da Londra è arrivata “una nuova risposta all’appello alla solidarietà degli europei” lanciato dopo gli attacchi di Parigi.
La Russia, che da due mesi bombarda in Siria a sostegno del regime del presidente Bashar al Assad e dell’offensiva di terra iraniana, ha ribadito il suo “benvenuto a qualsiasi azione volta alla lotta contro il terrorismo, a combattere l’Isis”. Ma Dmitri Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin, ha rinnovato l’invito a creare una “coalizione unica” che combatta il “terrorismo” in Siria. La Russia, come il regime di Damasco, considera “terroristi” chiunque si opponga al governo del presidente Bashar al Assad. Proprio da Damasco sono arrivate le critiche, indirette, alla decisione britannica di bombardare l’Isis in Siria.
Il quotidiano Baath, dell’omonimo partito al potere da oltre mezzo secolo, ha definito quella di Cameron una “campagna di pubbliche relazioni” e un contributo alla “violazione della carta delle Nazioni Unite”, in riferimento al fatto che i raid di Londra avvengono senza un’autorizzazione formale a Damasco. Attivisti da Raqqa, nel nord della Siria, affermano invece – come avevano già fatto quando la Francia aveva avviato i bombardamenti sulla ‘capitale’ dell’Isis in Siria – che i raid aerei non sconfiggeranno i jihadisti ma porteranno solo più sofferenza ai civili.