ottobre 06

Fmi: alza stime pil Italia, +0,8% in 2015, +1,3% in 2016

Ansa

Il Fmi ritocca al rialzo le stime per l’Italia che sperimenta una “crescita più forte del previsto”. Il pil italiano crescerà quest’anno dello 0,8% (0,1 punti percentuali in piu’ rispetto alle stime), per poi accelerare a +1,3% nel 2016 (+0,1 punti percentuali) dopo una contrazione dello 0,4% nel 2014. Esulta Renzi.  

Il tasso di disoccupazione in Italia resta a due cifre, attestandosi al 12,2% quest’anno per poi calare all’11,9% nel 2016, dopo il 12,7% del 2014. Il Fmi sottolinea che il tasso di disoccupazione resta alto nell’area euro, soprattutto fra i giovani. Da qui l’invito ad andare avanti con le riforme strutturali.

Italia può fare di più, anche meglio di Germania – ”L’Italia puo’ fare di più” e ”in termini di crescita e’ ”di sicuro possibile” che possa fare come o meglio della Germania, come auspicato dal premier Matteo Renzi. Lo afferma Thomas Helbling del dipartimento economico del Fmi, sottolineando che nel medio termine è possibile ma nel lungo è più difficile perchè, senza riforma, la produttività italiana è bassa.
Il Fmi rivede poi al ribasso le stime pil del mondo, +3,1%.  

Il pil dell’area euro crescera’ quest’anno dell’1,5% e dell’1,6% nel 2016. Lo prevede il Fmi che rivede al ribasso di 0,1 punti percentuali la crescita di Eurolandia per il prossimo anno. Gli Stati Uniti cresceranno del 2,6% nel 2015, +0,1 punti percentuali rispetto alle stime di luglio, e del 2,8% nel 2016 (-0,2 punti percentuali).
L’economia cinese crescera’ quest’anno del 6,8% e il prossimo del 6,3%. Lo prevede il Fmi confermando le stime di crescita per il Dragone cinese di luglio. Fra i Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), il Fmi taglia le stime per Mosca, la cui economia si contrarra’ quest’anno del 3,8% e il prossimo dello 0,6% (rispettivamente 0,4 e 0,8 punti percentuali in meno rispetto alle stime precedenti).

Il programma di acquisti di asset della Bce ha aumentato la fiducia e allentato le condizioni finanziarie. ”Questi sforzi di politica monetaria devono continuare e dovrebbero essere sostenuti da misure per rafforzare i bilanci delle banche”.