settembre 16

Riforme, Renzi accelera sul Senato, strappo della minoranza. Ddl Boschi domani in Aula al Senato

Ansa
La riforma costituzionale sarà da domani all’esame dell’Aula del Senato. Lo ha deciso a maggioranza la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, secondo quanto riferisce la presidente del Misto, Loredana De Petris.
Secondo il capogruppo di Fi Paolo Romani “è stata una forzatura inaccettabile quella di portare subito la riforma in Aula. Gli emendamenti presentati in commissione erano stati ritirati. Si sarebbe potuto procedere con l’esame in commissione”.
“Colpo a sorpresa! Calderoli annuncia il ritiro dei suoi 500mila emendamenti tranne 10”. Lo scrive su Twitter il senatore Pd Francesco Russo, mentre è in corso la riunione della commissione sulle riforme. Anche Forza Italia, M5S e Sel, aggiunge Russo, si dichiarano disponibili a ritirare gran parte dei loro emendamenti. E Fi, M5s e Sel hanno annunciato in commissione Affari costituzionali del Senato la disponibilità a ritirare gran parte dei propri emendamenti sulle riforme, dopo che un annuncio simile era stato fatto da Roberto Calderoli per la Lega. Lo riferiscono alcuni membri della commissione. Le opposizioni hanno chiesto di porre ai voti immediatamente, prima della capigruppo delle 15, l’istituzione di un comitato ristretto in commissione, per trovare le intese sul testo.
“Il ritiro degli emendamenti è solo una manovra politica, come lo è stata la presentazione: manovra prima, manovra ora”. Così il capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda, ha commentato l’annuncio del ritiro degli emendamenti alle riforme da parte delle opposizioni.
“Il governo sull’organizzazione dei lavori in Commissione non può dire nulla. Certo è che anche dopo il ritiro degli emendamenti (da parte delle opposizioni, ndr) ne rimangono tremila – ha detto il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, lasciando la commissione Affari costituzionali del Senato per recarsi alla capigruppo -. Attendiamo ora le decisioni della capigruppo”.
Ma “le riforme non si bloccano”, ha detto il sottosegretario Claudio De Vincenti. “Se guardiamo da qui a quel dibattito – ha aggiunto – risulta una cosa strana. I problemi del Paese sono quelli che stiamo affrontando qui oggi, che richiedono capacità di governo. Credo che tutte le forze politiche devono rendersi conto che ai cittadini interessa superare situazioni di stallo. I numeri ci saranno”.
“Io credo che sia necessario portare a compimento, in tempi certi e rapidi, dopo la prima lettura della Camera e del Senato e dopo 30 anni di discussioni, il percorso della riforma costituzionale. Resto convinta che ci siano le condizioni politiche e tecniche, anche sulla scorta del regolamento, per arrivare ad un testo ampiamente condiviso nel mio partito e nell’aula del Senato”, ha detto la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari Costituzionali.
“Siamo in una situazione così seria, nella quale ogni forza politica deve assumersi le sua responsabilità senza farsi dominare da polemiche o risentimenti. I senatori del Ncd per far proseguire il ruolo positivo e costruttivo che il partito ha finora svolto devono votare a favore della legge costituzionale casomai con il listino e con qualche modifica non all’art. 2 derivante dall’eccesso di ridimensionamento effettuato dalla Camera rispetto al ruolo del nuovo Senato”. Lo afferma Fabrizio Cicchitto.
“Non c’è uno stretto legame tra il voto sulle riforme e il cambiamento della legge elettorale”, ha detto il capogruppo di Ncd Renato Schifani, smentendo così la posizione espressa domenica dal coordinatore del partito Gaetano Quagliariello.
“Noi siamo persone disponibili alla discussione, ce lo dimostri anche Renzi e troviamo la soluzione in 24 ore”. Così, a ‘La Telefonata’, su Canale 5, la capogruppo Pd al Senato Doris Lo Moro. Per la senatrice della minoranza Dem, “adesso bisogna modificare l’art.2 senza trovare soluzioni che sono pasticci e lì noi saremo disponibili. Gli italiani sanno che fino ad ora Renzi ha fatto quello che ha voluto e continuerà a farlo. Allora che voglia l’unità del Pd”. E su una possibile crisi di governo, afferma: “Secondo me no, sono solo minacce”.