
Doppia svalutazione dello yuan L’Europa brucia 227 miliardi
da Corriere della Sera
Lo yuan, la valuta cinese, si è ulteriormente indebolita all’apertura dei mercati asiatici, dopo la svalutazione-record di martedì. Le Borse europee reagiscono male e bruciano 227 miliardi: l’indice Stoxx 600, che contiene i principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 2,74%. La banca centrale cinese, la People’s Bank of China, ha «limato» ulteriormente il valore di riferimento dello yuan, tagliandolo di un ulteriore 1,62% dopo il taglio di martedì, che è stato dell’1,9%. Lo yuan spot in Cina è sceso a 6,44 per dollaro, il minimo da agosto 2011 dopo che la banca centrale ha fissato il «midpoint» di riferimento giornaliero a 6,3306 prima dell’apertura dei mercati. La valuta cinese è andata anche peggio sugli scambi internazionali attestandosi a 6,57. La seconda svalutazione consecutiva dello yuan si è fatta sentire sulle Borse globali. Piazza Affari ha lasciato sul terreno il 2,96% , ma non è stata la peggiore del Vecchio Continente. La maglia nera va a Parigi con una perdita del 3,4%. Male anche Francoforte (-3,27%). Mentre Londra contiene le perdite con un -1,4%. L’euro/dollaro ha toccato quota 1,12 per la prima volta dal 10 luglio scorso in un contesto di generale debolezza per il biglietto verde: il cambio segna 1,1209.
La banca centrale cinese martedì aveva detto che si trattava di una svalutazione «una tantum» nell’ambito di una nuova gestione dei cambi finalizzata a rendere lo yuan più sensibile alle forze di mercato. Invece mercoledì mattina è arrivato l’annuncio della seconda svalutazione. Pechino ha cercato di rassicurare i mercati finanziari dicendo che non è l’inizio di un trend di deprezzamento, ma le Borse hanno reagito male. «Guardando la situazione economica internazionale e nazionale, non ci sono attualmente le basi per un continuativo trend di deprezzamento dello yuan», ha detto in una nota People’s Bank of China. Tuttavia, secondo un senior trader di una banca europea a Shanghai, l’inattesa svalutazione ha causato «un certo panico» sui mercati. Lo yuan ha perso il 3,5% in Cina negli ultimi due giorni, e circa il 4,8% sui mercati globali. La sua discesa ha trascinato al ribasso le altre valute asiatiche emergenti, con la rupia indonesiana e il ringgit della Malesia ai minimi di diciassette anni, e il dollaro australiano e neozelandese ai minimi di sei anni.